PROGETTO VERDE – AMBIENTE- E MUSEO FUORI

Pubblicato il da Simon Arturo Paride

PREAMBOLO

 

Il presente progetto è stato ispirato da un intervento del presidente della regione Puglia Nichi Vendola in una conferenza stampa tenutasi, in luglio 2007. Parlava di “città più colorate”, dell’effetto benefico dei colori vivaci sulla psiche umana, degli spazi verdi da ampliare, degli

spazi adibiti ai bimbi, ragazzi e adulti.

Pensando alla città di Taranto e all’applicazione di tali interventi, ho ricordato un grande e conosciuto ospedale di Parigi, dove mia madre fu curata di cancro più di un ventennio passato.

In questo ospedale c’era la morte che vagava ininterrottamente, il dolore e la disperazione dei

malati e dei parenti, talvolta la rassegnazione! Tutto ciò, però, era attutito, accettato meglio, per l’armonia degli ambienti e l’efficacia di personale specializzato (anche a livello psico pedagogico).

Ampie vetrate che guardavano il cielo e tutto intorno prati sottostanti. I corridoi color arancio, la sala bar-ricreazione colore celeste con affaccio su enormi terrazze dove insistevano panchine, tavoli anch’essi colorati e piante tropicali (che non toglievano molto spazio!). La sala ricreazione dei bambini era arredata di molteplici tipi di giochi e comodi arredi. La sala per la fisioterapia colore di pesca, specchi e attrezzature per tutti i tipi di interventi. Il grattacielo della speranza era circondato da un ampio parco, nel quale i pazienti potevano passeggiare, dialogando fra loro, correre, leggere

e giocare. Sto parlando di un ospedale gestito con fondi pubblici!                                                                  La bellezza, il verde, gli spazi, i colori, l’armonia della gestione rendevano morte, dolore e disperazione più accettabili, in quanto non regolato solo da se stessi, chiusi e depressi, ma dal generale benessere che tutto quanto descritto generava. L’armonia allontanava i pensieri più tristi!

Taranto mi è sembrata un po’ un ospedale senza quei riferimenti positivi descritti prima. Un ambiente irrimediabilmente devastato da un inquinamento diffuso; un mondo lavorativo che non ha altri riscontri se non quello di arricchire un pugno di uomini a discapito della salute dei suoi abitanti attuali e delle generazioni future! Un ricatto occupazionale che dura da più di trenta anni, con la complicità dei sindacati e dei governi nazionali, con l’indifferenza e la rassegnazione tipica dei tarantini. Si continua a sopravvivere, chiusi e depressi, impassibili al degrado, complici,anch’essi, dei loro amministratori e del potere economico-industriale legato ad essi! Moti veri di ribellione: Zero! E i giovani? Li abbiamo cresciuti a suon di benessere e di solitudine, perché abbiamo scordato di parlare con loro! La scuola assente! La conoscenza, l’educazione civica, il rispetto delle istituzioni, la cultura in generale messa da parte per dare spazio alla sensazione di serenità e benessere, dove è mancato, però, il raggiungimento di obiettivi. RIFER. A PASOLINI.

E noi tarantini siamo, quindi, quei pazienti che vagano in un ospedale oncologico dove mancano quei requisiti descritti prima, in cui la vita “non Vita” viene privata della bellezza, dell’armonia, ove la speranza è un lumicino lontana anni luce!

 

LE IDEE

 

I quartieri:  Bisogna intervenire, dapprima, su quei punti della città, dove il degrado delle strade, dei marciapiedi, delle facciate dei palazzi, dell’illuminazione è la norma da anni.

Le strade devono essere rifatte, con nuovi sistemi di bitumazione ( esistono dei componenti antiquinanti), i marciapiedi possono essere ristrutturati e colorati (colori evidenti ) così come le facciate dei palazzi ( prevedendo un intervento economico a sostegno dei proprietari degli stabili)

colorate con vernici antinquinamento dal tono “pastello”. L’illuminazione pubblica ripristinata, affinché dia rilievo alla via. – Si devono rendere partecipi i cittadini (dando loro le informazioni sul perché e sul come degli interventi e il necessario buon mantenimento delle iniziative da applicare).

Andrebbe fatta una campagna educativa sul mantenimento dei luoghi ripristinati, prevedendo dei ristretti comitati di controllo e denuncia, i quali provvederanno ad informare regolarmente il Comune degli eventuali interventi di ripristino.

Siccome la maggior parte delle vie della nostra città sono strette, la presenza del verde diventa impossibile! Si può ipotizzare di inserire, agli incroci, attaccati ai palazzi, delle piante rampicanti di vari colori, che risalgono sulle facciate e con non implicano lo scasso di grosse buche!

Nei quartieri più poveri ( da individuare), bisognerebbe aprire un locale di aggregazione per ragazzi e anziani autogestito, con l’inserimento di computer e libri.

Lo stesso piano d’intervento si potrebbe estendere, negli anni (programma a lungo termine) ai quartieri “bene” della città, attraverso un sistematico monitoraggio sullo stato dei luoghi.

 

IL VERDE: Sono previsti ingenti somme di danaro per finanziare l’ampliamento del verde nella città di Taranto.

Il verde inserito nella città di Taranto, sia pubblico che privato, non ha una vera armonia, tranne alcune aree come la villa Peripato (che è una struttura a sé). La presenza di piante di natura diversa fra di loro, piantate a distanze irregolari, pochissimo colorate, che danno una sensazione della loro non presenza o una sensazione di sporco o di confusione. La maggior parte sono piante latifoglie, che troviamo lungo i viali (sui marciapiedi), che ingrigiscono le vie (le foglie attutiscono l’ingresso dei raggi del sole) che sono poco illuminate. Questi alberi sono un po’ neutri, poco appariscenti, anche poco belli. PROPOSTA: i viali dovrebbero essere disseminati prevalentemente di washintonie (già a fusto alto) (ricezione immediata da parte dei cittadini). Dove i marciapiedi sono particolarmente lunghi, inserire un’isola verde con una o due piante, di tipo tropicale.

Nelle aree più larghe inserire isole verdi di forme diverse ( non più grandi di sei/sette mq.), il cui terreno deve presentarsi più alto al centro e degradante su uno o più lati. Lo stesso terreno (onde evitare ingenti spese di manutenzione) deve essere coperto da un apposito telo nero (contro la crescita dell’erbaccia), da uno strato di sabbione e, infine, da uno strato di ghiaia (in punti particolarmente affollati, visibili da turisti, invece della ghiaia inserire ciottoli bianchi). Le piante da inserire devono essere palmizie (diversi tipi) o tropicali, piantate anche con diverse pendenze, con accanto una roccia tipica delle nostre zone. (Le palme e le piante tropicali, oltre a non avere bisogno di molta acqua, hanno bisogno di pochissima manutenzione. Manutenzione = Spesa).

IL MUSEO FUORI: in particolari aree della città (comunque in molti punti e anche le esterne), le isole verdi avranno una peculiarità: invece della roccia, inserire pezzi (rifatti) presenti nel nostro museo o frammenti di colonne, vasi o altro richiamanti la storia della Magna Grecia. Accanto alle rappresentazioni, un cartello indicherà il tipo di oggetto, la data, il ritrovamento). (Cofinanziato dall’assessorato alla cultura del Comune di Taranto e da fondi regionali (sovrintendenza ai beni culturali e archeologici).

Nelle piazze o nei luoghi, dove la gente può ritrovarsi, prevedere l’inserimento di panchine frontali ( una di fronte all’altra, per favorire il dialogo e l’aggregazione) o semicircolari.

Piazza Messapia, piazza Sicilia, ecc.: troppe piante di diversa specie (troppa manutenzione),  troppo vicine fra di loro, poca  luce o non efficace.   Riduzione di molte piante, risalto, con l’illuminazione alle piante più grandi e importanti, panchine frontali o a semicerchio: La piazza deve esserci, deve essere percepita anche da chi passa e non è del quartiere!

Città vecchia: piazza castello (eliminazione delle piante in più, efficacia dell’illuminazione, panchine); piazza fontana (deve ridiventare una piazza. Il monumento presente ha tolto troppo spazio sia al verde che ai cittadini che vogliono godere quella piazza, ha reso impresentabile l’ingresso orientale della città e non è in sintonia con il contesto).

La fontana sarà costituita dalla prua di una antica barca di legno (con la punta rivolta verso l’alto, vista a sinistra da chi arriva dal ponte di pietra), inserita in un cerchio contenente l’acqua; ai piedi della prua una statua rappresentante un pescatore che tira le reti. Pesci nella fontana. Illuminazione adeguata. Intorno alla fontana n. 3 spicchi di verde (vedi descrizione precedente) alternati alle panchine frontali e o semicerchio. Alle spalle (sempre guardando dal ponte di pietra), le facciate dei palazzi saranno colorate pastello (celeste, albicocca) con vernice antinquinamento.

Il problema del verde nelle viuzze della città vecchia potrebbe essere affrontato inserendo sulle facciate dei palazzi (ad una certa altezza) dei contenitori di ferro a forma di cestelli, contenenti piante colorate (gerani, ecc.) pendenti. (I cittadini potrebbero farsi carico di innaffiarle!).

I costruttori, i proprietari dei palazzi, i negozianti, le banche e altri enti devono essere coinvolti in questo progetto del verde, che darà più luce, respiro, novità, conoscenza e lustro alla nostra città.

Il piano regolatore dovrebbe prevedere, per i costruttori, di inserire isole di verde nelle aree adibite a costruzioni per abitazioni. Altrettanto dovrebbero fare le grosse aziende,sia all’interno che all’esterno, dei luoghi di lavoro.

Anche nelle scuole si deve dare un’impronta di ordine e conoscenza del verde, prevedendo un progetto che coinvolga le scuole e istituzioni pubbliche (attuando il principio di “sussidiarietà”) (Ass. alla P.I. e all’ambiente, scuole del territorio).

 

I Privati e il verde: Il piano regolatore attuale, ma anche coloro i quali sono stati preposti, negli anni addietro, al controllo delle aree verdi private, non prevedono un efficace applicazione di quanto previsto. Oltre a quanto già previsto (quindi deve essere messa in funzione l’efficacia delle regole!), bisogna, già da subito, emanare un bando in cui si avvisano i proprietari dei terreni o di aree verdi confinanti con strade o caseggiati, di prestare opera continua di manutenzione dell’erbaccia ai bordi delle strade o dei caseggiati. L’avviso indicherà la data di inizio della manutenzione e le misure di contravvenzione che Comune e Provincia metteranno subito in atto, sottolineando il pericolo che, l’invasione dell’erba sulle strade, può arrecare. L’avviso indicherà gli articoli di legge da rispettare anche per gli interventi di pulizia, previsti periodicamente, sul piano regolatore.

I marciapiedi devono essere puliti o sgombrati di erba o piante dai proprietari di aree prospicienti agli stessi marciapiedi pubblici (vedi Vivaio De Cicco in via Alto Adige).

 

Oltre ad una campagna preventiva di informazione ed educazione del cittadino, nelle varie e cadenzate applicazioni del progetto, le aree verdi devono essere dotate di cartelli su cui deve essere indicato che: la cittadinanza è invitata a mantenere pulita la città, rispettando le aree adibite a verde pubblico e quindi l’ambiente in cui viviamo. Saranno indicati gli articoli di legge da rispettare e le sanzioni applicabili ai trasgressori.

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