PROGETTO GIOVANI

Pubblicato il da Simon Arturo Paride

LA POLITICA E I GIOVANI: L’OPPURTUNITA’ CHE OFFRIRA’ LA NUOVA PROVINCIA. ( a cura di Arturo Paride Simon)

 

I modi per impiegare il tempo libero sono diversi e risentono molto delle tendenze generali del tempo. Alla fine negli anni sessanta e negli anni settanta era normale destinare il tempo libero all’impegno politico e sociale.

Gli anni ottanta hanno visto un rampantismo sociale pauroso e ha cominciato a emergere la corsa al successo, delineando uno scollamento dall’attività collettiva e solidale, proprie degli anni precedenti. L’impegno sociale non muoveva più gli entusiasmi giovanili e si instaurava una società percepita come singoli individui arbitrariamente associati fra di loro, piuttosto che come “insieme”. Ciò è stato frutto di un’evoluzione politica, che partita dall’arte del buon governo, è passata ad una specie di dittatura parlamentare, laddove democristiani prima e socialisti poi, con una folta schiera di partiti vassalli, hanno impedito, col loro malgoverno, ai giovani soprattutto, di coltivare i sogni di un progetto politico di un progresso sociale basato sull’equità. I giovani, così come molta parte della popolazione, si sono riversati nel privato!

Coltivare il privato, rispetto alla partecipazione responsabile alla vita politica e sociale , può essere vista come una cosa negativa. E lo è stato se percorriamo il tempo fino ai nostri giorni. Sì, perché il tempo libero avrebbe potuto dare la possibilità di coltivare la mente, lo spirito e il corpo. Ma ciò non è stato così, perché la solitudine ha preso il sopravvento,il vuoto ha invaso la mente, producendo una generazione priva di ideali e di interessi. Il continuo malgoverno ha incrementato la sfiducia nella vita facendo perdere di vista i valori essenziali della vita stessa, fulcro dei progetti futuri. E l’Italia, i partiti, i sindacati hanno perso i giovani, una forza essenziale del paese, su cui confidare e sui cui costruire politiche sicure per il futuro. Ma, forse,  era proprio il contrario che essi volevano!

 

E’ ora venuto il tempo di occuparci in maniera prioritaria dei giovani, recuperarli alla politica, al sociale, rendendoli protagonisti della società, dandogli l’opportunità di percorrere il cammino comune nel governo della cosa pubblica.

L’istituzione, a livello provinciale (nell’ambito delle politiche sociali!) di un organismo associativo-politico che si potrebbe denominare Consiglio dei Giovani, significherebbe offrire subito, immediatamente, uno strumento forte ai giovani del nostro territorio per esprimersi concretamente nell’ambito politico; uno strumento di partecipazione per portare avanti le proprie iniziative; uno strumento di rappresentanza, affinché siano ascoltati e creduti, riconoscendogli una fiducia che li incentiverà nel fare. Ovviamente, per la prima legislatura, questo organismo avrà un ruolo consultivo e propositivo.

Vedo questa possibilità come un serbatoio prezioso da cui attingere nuove idee e proposte. Da cui attingere dinamicità e coraggio, perché i giovani hanno, spesso, sogni e idee nascoste, che, invece, potrebbero diventare realtà. E le idee, i sogni, le proposte possono essere prese in considerazione e diventare concrete iniziative che devono, però, essere realizzate subito, perché essi possano vedere attuate le proprie idee ed acquistare fiducia in se stessi e nelle istituzioni.

 

 

 

 

 

L’A.P. di Taranto deve provare a colmare il fossato che separa la volontà di espressione con le modalità e le strutture offerte dalla nostra società se non si vuole alimentare il deficit di cittadinanza

attiva e incoraggiare la contestazione. I giovani devono partecipare attivamente alla progettazione e alla realizzazione degli obiettivi per migliorare e/o trasformare il nostro territorio, impegnandoli attivamente nella vita politico-amministrativa della Provincia.

Il coinvolgimento amministrativo politico dovrà essere improntato su molti temi di vitale importanza:

- Politiche per il lavoro: nella nostra provincia le opportunità ci sono, anche se rispetto ad altre              sono poche. Occorre saperle cercare e soprattutto divulgarle. Questo sarà un compito destinato ad un apposito settore provinciale giovanile.

 -La casa e i giovani: i giovani di oggi restano di più nella famiglia di origine a causa della poca   efficienza del diritto allo studio e della difficoltà di entrare nel mondo del lavoro.

Bisogna pensare ad un fondo di garanzia per i mutui per l’acquisto della prima casa, oppure prevedere di aumentare gli sgravi fiscali sui contratti di affitto sottoscritti la giovani coppie. Nei paesi scandinavi, i giovani lasciano la famiglia subito dopo i 19 anni, perché lo Stato li mette in condizione di farlo, garantendogli un salario minimo garantito, stimolandoli allo studio e all’impegno agevolando i più meritevoli, potenziando le competenze. Lì esiste la possibilità, in alternativa all’affitto, di poter acquistare parte di appartamenti comunali o di privati.

-          Il welfare state: ovviamente in Italia non possiamo garantire un salario minimo ai giovani, ma dobbiamo pensare ad un reale sostegno per i numerosi giovani senza lavoro. Intanto sia a livello nazionale che provinciale dovremmo garantire l’ingresso nel mondo del lavoro per meritocrazia e non attraverso le cosiddette “conoscenze” e/o raccomandazioni. Nel programma dell’ultimo governo di centro-sinistra fu ideata “la dote per i giovani”, che consisteva nell’accumulare un fondo per ogni figlio ancora inserito in famiglia. Fondo misto con contributo finanziato in parte dallo Stato e in parte dalle famiglie. Per i casi più poveri era previsto il solo fondo statale. La restituzione del fondo statale sarebbe avvenuta, a tasso zero, e in maniera graduale a

 

partire dal compimento del ventitreesimo anno di età. Mi pare potrebbe essere una idea da cui partire!

L’ambiente e giovani: si possono sicuramente conciliare sviluppo e ambiente. Finalmente il protocollo di Kioto è stato firmato dalla maggior parte dei paesi. Anche il neo presidente degli Stati Uniti punta sullo sviluppo del lavoro nel campo ambientale puntando alle fonti energetiche alternative. I giovani del nostro territorio, oltre ad essere vigilissimi nel far rispettare la recente Legge Regionale, nel proporre  metodi per contrastare altre fonti di inquinamento, nell’affiancare associazioni e istituzioni  nella bonifica del territorio dall’inquinamento, dovranno, progettare un piano di sviluppo per nuove forme di lavoro.

I giovani e la musica: la musica è un elemento costante della vita di un giovane. L’Italia ha dato natali a grandi musicisti riconosciuti in tutto il mondo. Da molti anni la musica, a parte la canzone, come elemento di crescita culturale e occupazionale, non  è stata presa politicamente in considerazione. Bisognerà pensare ad aiutare la nostra Regione a progettare una legge che permetta ai nostri giovani, attraverso vari canali, di studiare musica, approfondire gli studi, creare i mezzi per poter suonare, creare opportunità perchè diventi una professione, oltre che una espressione solo artistica. E’ necessario prevedere dei fondi ad hoc per, incentivi, riduzioni

di tasse, ecc. per quei giovani che vogliano produrre opere discografiche, organizzare festival di musica emergente, organizzare lo sviluppo del settore musicale. Bisognerà creare spazi idonei per la realizzazioni di concerti, musei degli strumenti, un archivio storico della musica sia occidentale che orientale. Proporre una nuova normativa in seno alla SIAE, e, intanto, prevedere di adottare una convenzione con la Provincia, per poter dare la possibilità alla popolazione giovanile meno abbiente di fare e far sviluppare musica.

La cultura: parto dal presupposto già inserito nel Programma alla specifica voce, che bisogna garantire  a tutti l’accesso alla cultura e incentivarla, a prescindere dal reddito e dal livello di marginalità del luogo in cui si risiede. Anzi bisogna intervenire proprio sulle fasce sociali più deboli con diverse iniziative, di cui i giovani, potrebbero esserne i protagonisti.

L’Università e la ricerca: è necessario iniziare a stimolare iniziative dello Stato in collaborazione con le imprese per aprire le porte ad una generazione di scienziati che abbiano la possibilità di operare sul proprio territorio. Bisogna istituire un protocollo d’intesa fra

 

Istituzioni pubbliche e le imprese che intendano assumere i ricercatori. L’età media dei ricercatori in Italia è arrivata a 50 anni. Il conservatorismo nella ricerca pubblica è la causa della  mancanza di un ricambio generazionale. Il criterio del merito và valorizzato, vanno promosse tutte le opportunità che prevedono la mobilità internazionale, recependo, tra l’altro una recente raccomandazione europea che definisce tali obiettivi. Quindi il Consiglio dei Giovani  dovrà lavorare affinchè gli scambi internazionali siano intensificati, con il potenziamento dei fondi per il progetto Erasmus, nonché svilupparlo verso gli altri paesi nel mondo, divulgare la Raccomandazione Europea relativa alla Carta dei Diritti del Ricercatore. Dovrà, inoltre, essere promotore per la riduzione degli oneri previdenziali e assistenziali alle piccole imprese che assumono a tempo indeterminato giovani nei settori della ricerca innovativa e dell’applicazione delle tecnologie alla comunicazione.

I giovani e l’Europa: Oggi è proprio il Parlamento europeo che si occupa di più dei giovani in ogni ambito, dimostrando una grande capacità di promuovere democrazia, giustizia e solidarietà. Quindi il Consiglio dei Giovani dovrà adottare un canale diretto, attraverso un apposito sito, con il Parlamento europeo e produrre con altri paesi europei  scambi di idee e iniziative utili a migliorare lo stato sociale dei giovani.

Il Consiglio, al suo interno, dovrà prevedere uno staff, un ufficio, che organizzi viaggi, tenendo conto delle possibilità economiche. L’ufficio si doterà di materiale, anche di tipo informatico e video, per poter incentivare la conoscenza delle varie possibilità di viaggiare, specialmente in Italia e in Europa, prevedendo collaborazioni fra vari enti istituzionali (Comuni, Province, Regioni) e/o associazioni turistiche. La conoscenza dei luoghi prima di viaggiare è già un opportunità di elevare la propria cultura; viaggiare, raggiungere e vivere i luoghi conosciuti sulla carta o sui video è  una ulteriore opportunità di crescita culturale, ma anche un ponte di lancio per nuove prospettive di lavoro.  

 

 

TEL. 339 6689179

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